Isla negra di Vettorello Rodolfo



Profilo Critico

Da quale profonda “Isla Negra” provengo,
da quali distanze del cuore.
Da dove?
Da dove
la carne
che porto con me
da quel tempo. Son nato, ricordo,
in riva ad un fiume di fango
che un giorno travolse la casa che avevo.
In altre Isle Negre ho abitato,
ho vagato
in tante profonde voragini d’aria,
in mezzo a parole coi suoni dell’eco.
Ed ora che sosto,
nell’ombra di vetro,
di due grattacieli scagliati nel cielo,
mi sento una cosa,
un pupazzo di stracci,
lasciato per caso di lato a una chiesa.
Si nasce e si muore così, senza storia.
Da tante Isle Negre si parte.
Non torna
nessuno alle case di un tempo.
La carne
ricerca ogni volta
il suo porto di nebbia.
Se il viaggio, ogni viaggio, finisce al ritorno
vorrei si potesse serbare memoria
di quella profonda e distante “Isla Negra”
che come una piaga ci vive di dentro.