Terra bruciata di Pennino Maria Teresa



Profilo Critico

“SCHEGGE DELL’ANIMA” Subire il destino o modificarlo o tentare di cambiarlo, accettare altre sfide proposte dalla vita, spezzare le catene col passato, sognare un’altra vita, forse meno esaltante, ma pur sempre una diversa, ultima occasione: questi sono i temi che l’autrice propone in versi caldi e scorrevoli, impreziositi da rime, assonanze, similitudini e suggestive metafore. Colpisce il coraggio della poetessa che non si volge al suo doloroso passato come vittima, ma con la certezza di cogliere da quelle esperienze e da quei ricordi la forza per affrontare il suo futuro. Temprata dalle prove della vita ,- “…sono terra bruciata” dice l’autrice – , potrà nuovamente bere “…quel refolo di linfa per tornare a fiorire”, nonostante il senso di solitudine che la colpisce e la sospinge quasi a rimpiangere il tempo in cui “…la lusinga dell’illusione impediva di vedere” e nascondeva il male (Quando). E il cuore si apre al ricordo: una finestra illuminata le suggerisce immagini lontane, di un tempo che le apparteneva, cose normali, quotidiane, familiari. Ma quei fantasmi della sua vita non esistono più anche se vivono nel suo cuore: “…rivedo…persone che amo, che ho amato, che non ci sono più, che non mi amano più” (Autunno). Da questi ricordi però può attingere la forza per proseguire il suo cammino e brindare a se stessa (Brindisi) e sperare ancora nel destino (Chissà, forse chissà), e vedere nella pioggia non solo lacrime, ma sollievo. L’anima allora può rinascere, può volare con “…ali di gabbiano”, simbolo di una libertà nuova e di nuova speranza.
Membro di giuria
Prof.ssa ELENA BOLOGNA

Sono terra bruciata
inaridita
desolata
frustata dai venti del nord
sfregiata dal vomere del dolore.
Sono deserto sconfinato …
non sollievo di oasi
o illusione di miraggi.
Non carezze di morbide dune
nella brezza lieve
ma schiaffi di torbida bufera
nel fragore del nulla.
Del verde giardino
è rimasto un frotto di tronco
gibbuto
legnoso …
unico respiro di vita.
Voglio bere quel refolo di linfa
per tornare a fiorire.