La bambina che voleva essere trasparente di Petrulli Maria Lidia



Profilo Critico

La semplicità che fa grandi le cose. Quella di una prosa delicata, che tesse un testo denso e leggero assieme, dalle tinte morbide e con sottili venature di poesia. Quella di una bambina un po’ speciale, che osserva il mondo degli adulti e fa domande sul proprio, mentre vi entra crescendo, senza recite ne reticenze. Poi nel suo gioco di trasparenze, che si fa gioco delle parti, i grandi si fanno piccoli piccoli, la loro piccola vita scivola via artefatta e su di essa indulge ancora quello sguardo disarmante, limpido e dolce di chi continua ad assorbirla senza filtri. Ed è forse questa – tra le pieghe del suo racconto e anche al di là dello stesso – la pregevole dote dell’Autrice: l’averlo conservato. Semplicemente.

Prof. Gennaro Di Leo

Ho elaborato una tecnica speciale. Quando devo stare in un posto con tanti adulti – in genere si tratta sempre di un salotto, perché lì c’è tanto spazio e ci possono stare in molti senza essere davvero insieme – scelgo l’angolo più adatto della stanza, quello da cui posso guardare meglio le loro facce senza trovarmi per forza al centro del loro campo visivo (ho letto che è un modo di dire molto elegante), ci sistemo una seggiola e mi siedo. A quel punto mi concentro su me stessa.
Immagino di raggomitolarmi a palla come un riccio, tutta la mia attenzione si rivolge alle orecchie e al naso finché spariscono, gli occhi diventano piccoli piccoli ma la vista è acutissima, come quella delle aquile, e se anche osservo da una posizione che sembra scomoda, riesco a mettere meglio a fuoco. Le braccia e le gambe si trasformano in zampette, mi accuccio su quelle posteriori mentre le anteriori le sollevo sulla testa, poi con i capelli mi costruisco intorno un bozzolo. Voi non ci crederete, ma così io mi mimetizzo e divento trasparente. In genere funziona. […]
Un’illusione ottica. Credo che ai grandi piacciano molto le illusioni, gli dà la scusa per non guardare quello che non vogliono vedere. Quando divento trasparente, posso finalmente rilassarmi e dedicarmi alla mia passione: osservare.