Canto per Ghassàn di Spera Rosa
Profilo Critico
A te
che nella notte t’arrocchi
aggrappandoti a sogni controvento
sconfinanti nel riverbero di lune scalze,
a te dono il mio canto
figura intrappolata in vuoti che si slargano
evocando confini
dove sorgono aurore di tempi spinosi.
A te
che nel cuore anneghi tumulti di terre cruente
e negli occhi vivi ancora la diaspora
di odi ancestrali,
a te, giunco dalle mani nude,
che in vertigini di brume ti smarrisci
e tra dune espugni giorni ritrovati,
dono il delirio armonico del mio canto.
Ti dono un canto
che sia cadenza di nuovi voli e memorie,
che sia essenza d’indelebili radici
ma vela gonfia di un vento maestro
che schiuda rotte di eccelse stagioni.
Ti dono un canto di pace, ragazzo inquieto,
che ti lenisca quel solco sul viso
occultato da una maschera fallace,
vessillo parvente della tua giovinezza.