Danza delle parole di Pomina Genoveffa



Profilo Critico

La vita, per Genoveffa Pomina, è un’inesorabile e inarrestabile fluire del tempo, che talvolta
si consuma troppo in fretta e talvolta illanguidisce nella solitudine e nel nulla, in cui l’anima
si logora tra tormenti, angosce, incertezze, illusioni e speranze disilluse, dolori e gioie
effimere, sprazzi di felicità a cui la memoria nostalgicamente ritorna sempre. E questo
altalenante e inquieto “andare” dell’anima è magistralmente richiamato nelle poesie dal
racconto di un perenne alternarsi di notti insonni e travagliate e di mattini da vivere e da
sperare, o di giornate fatte di “pensieri maledetti” e di notti finalmente portatrici di un po’ di
requie; è costantemente evocato dall’alternarsi del sole e della luna, dal fluire e dal defluire
delle onde, dal ciclo delle stagioni, quando “chiome d’alberi tornati a nuova vita” faranno
dimenticare l’inverno. È un’anima fortemente viva e attiva quella che si confessa nei versi di
questa raccolta, un’anima battagliera, che si interroga con domande frequenti, e propositiva
nel cercare la via verso una qualche forma di felicità, trovandola nel potere salvifico delle
parole e della scrittura, che hanno la magia di andare “oltre”. “ Le parole per il modo in cui si
piegano/ attorno ai miei pensieri facendoli ballare/ sono parole luminose e calde…/presto
imparo a fare affidamento in loro/ a confidare nel potere che hanno/ per respingere gli incubi,
la noia/la monotonia, la rabbia, i pensieri taglienti/ il dolore della vita e di quello che mi tiene
/ sveglia buona parte della notte”

Membro di Giuria

Dott.ssa MONICA SALVETTI

Nel ricamo della notte sfuggono parole dall’anima

in pause avvolgenti … parole silenziose ma ancora vive.

Mi coglie inattesa una lacrima che scivola breve

sulla mia gota come virgola d’acqua.

In solitudine tra le pieghe d’un nuovo libro,

scorrendone le pagine arrangio i miei sogni.

Assopita nell’alcova della fantasia

annego i miei pensieri inquieti

e li sfoglio con la mente …

pagine liete ora opache e assenti,

pagine tristi, miserevoli in trame

ingarbugliate che confondono ogni cosa.

Spendo la vita con l’affanno di quel che resta.

La allungo corteggiando rimpianti

con la danza delle parole.

Nei bisbigli della notte penso al retrò

della mia storia cedendo gli ultimi cocci.

Mi faccio ostaggio di speranze morte

e poi rinate per disperdere le ultime illusioni.

Nella luce d’un solitario lampione danza una falena.

Le ombre nella notte hanno inghiottito anche la luna …

mentre le nubi spaventate fuggono dietro una montagna.