Era luce di un’idea di Marelli Dario



Profilo Critico

Una lirica d’amore in cui i sensi, profumi, colori si intrecciano in un artificio di ricami, in immagini indefinite, in formule astratte che diventano realtà. Elementi corporei come “… le mani, i capelli, lo sguardo, il petto …” vengono sapientemente incrociati con elementi della natura: “… la pioggia … il vento … il fuoco …” in modo tale che uomo e natura sembrano compenetrarsi, come se l’essenza evanescente del sentimento avvolgesse e sostenesse il reale. Bellissima l’espressione “Ed eri piuma nel pensiero / ricamo nel tramonto”, oppure “Ed eri la luce astratta di un’idea / l’eco soffiata di una candela d’amore” in cui l’autore, senza far alcun riferimento fisico all’amata, riesce a riprodurre la parvenza di una donna reale e nello stesso tempo ideale, come fosse un essere divino, circondato da luce, delicatezza, calore. Il lessico chiaro e melodioso, e nello stesso tempo misterioso e simbolico, fa pensare ad una sorta di “compromesso” fra la tradizione letteraria e le istanze innovative così vivacemente espresse nella letteratura novecentesca. C’è la forza autonoma della parola che richiama fortemente Ungaretti, ma c’è anche una sorta di correlativo oggettivo, tipico di Montale, per cui la lettura del testo può talvolta risultare difficile e oscura in quanto un medesimo termine (vedi ad esempio “… piuma del pensiero”, … pagina gualcita”, “… sputo di carezza”), esprime una pluralità di significati e di riferimenti che intrattengono altrettante molteplici relazioni con i contesti circostanti. Versi musicali e cadenzati, in cui la donna amata esce come un’apparizione, accompagnata da forza delicata e da luminoso splendore.
Membro di Giuria
Prof.ssa ELENA BOLOGNA

Non le mani, né la pioggia

ma il vento, i capelli, il fuoco.

Così il tuo sguardo radente

a conficcarsi nel petto,

a chiedermi di tutte le meraviglie

lasciate per la strada,

dell’incuria del cuore,

del vuoto incolmato.

Leggevi la mia ombra

sdraiata per terra

come una pagina sgualcita

in attesa di resurrezione.

Ed eri piuma nel pensiero,

ricamo di un tramonto.

Traboccante di vita aspettavi

il gesto incompiuto fra i capelli,

uno sputo di carezza,

il riscatto dalle mie disattenzioni.

Ed eri luce astratta di un’idea,

l’eco soffiata

di una candela d’amore.

Sopravvive alla notte

la solitudine di un bacio sognato,

la vertigine del cielo

che schiude l’infinito.