Esistenze secanti di Tomasi Abram



Profilo Critico

Il racconto si snoda su due binari: una giovane donna delusa in un bar davanti ad una tazzina di caffè che non beve ed un giovane uomo in viaggio su un treno che lo allontana dal passato e dalle sue certezze. Tra questi due binari narrativi si inserisce la figura di un uomo di una certa età simile ai personaggi di Botero che, salito sul treno, siede di fronte al giovane ed apre un quaderno nero sgualcito e ci scrive sopra. Tre oggetti (la tazzina di caffè, il treno, il quaderno) che guideranno la trama del racconto e rifletteranno la vita e l’interiorità dei personaggi attraverso una capacità espressiva dell’autore che ha saputo penetrare con acume i sentimenti umani più profondi e trasmetterli con vera bravura in modo scorrevole e coinvolgente.
Presidente del Centro Culturale
Prof.ssa LOREDANA BONASSI

Sono felice che il signore con la pancia alla Botero abbia scelto proprio me (perché non un altro pendolare?) e che lui sia stato scelto, perché altrimenti io non avrei mai saputo dell’esistenza della mappa ferroviaria: questo quaderno nero, dall’aspetto insignificante, che viaggia per le stazioni tramite i treni raccogliendo storie quotidiane. Nella nuova cittadina spero di trovare degli amici e magari una ragazza, perché no? Sarà una vita diversa, questo non lo nego, ma mi piacerà. Troverò un ristorante e diventerò cliente affezionato e ci andrò con la mia ragazza, poi sceglierò il mio Caffè, quindi la farmacia, il cinema, il vicolo preferito e tutte quelle cose che ti fanno sentire a casa. Questo quaderno nero è stato un segno. Se io non avessi deciso di trasferirmi, non sarei salito su questo treno, non avrei incontrato nessuno e non sarei mai stato scelto come successore a questo … Non trovo le parole per definire quanto di magico mi stia capitando, ma, in tutta questa stranezza piacevole e rassicurante, io sono felice. Perché non esserlo? … Non mi sono mai sentito il protagonista della mia vita, forse ha ragione il signore con la pancia alla Botero: che male c’è nel dirigere la nostra esistenza? Ora ne sono certo: la nostra vita è architettata dal Destino. Lui è il narratore onnisciente, noi i suoi personaggi. Sì, farò così, spero che il mio successore abbia una storia più interessante da raccontare.