Fu lungo il giorno di Vicaretti Umberto



Profilo Critico

Non so se adesso il giorno ha più memorie,
né se la notte cova altre chimere:
fiori di loto e lune tramontate
calarono sipari d’ombre e fumo,
muri alzarono contro l’orizzonte.

Non hanno sogni, i vecchi, né più fuochi;
non rammentano voli e più non sanno
se fu il verde dei monti o il blu del mare
a sciogliere i tramonti in fondo agli occhi;
se furono le allodole o i gabbiani
a volare sul filo delle aurore.

E le mani che strinsero tremanti
ragazze dalle labbra d’albicocca,
le levigò la gòmena agli approdi,
oppure il grano e l’uva delle vigne?

Fu lungo il giorno,
dura la fatica.
Quanti rosai si arresero agli autunni,
quanti sorrisi consumò il dolore!

Ora è già sera e i vecchi, il passo incerto,
risalgono la china delle stelle
e annotano le rotte della luna.

E noi che non sappiamo più volare,
noi che perduto abbiamo tenerezze,
assenti e indifferenti li lasciamo
randagi e soli ai margini del cuore.

Ma i vecchi hanno alla fonda barche azzurre,
e tessono segretamente vele
da issare al vento verso un’altra riva.