Il viaggio di Mohamed di Muccin Fabio



Profilo Critico



Come il titolo lascia facilmente immaginare, il racconto tratta la storia del viaggio di un emigrato, in questo caso africano. È un breve componimento in cui le parole, semplici e dirette, descrivono le emozioni, i pensieri, i sentimenti di chi, come Mohamed, lascia tutto (la terra natia, la famiglia, le proprie tradizioni e sicurezze) per intraprendere un viaggio verso l’ignoto, per necessità e per sopravvivenza. L’autore ci rende partecipi dello svolgersi degli eventi con una prosa schietta ed efficace, alternando immagini puramente descrittive, che tuttavia non appesantiscono il contesto, a riflessioni profonde pervase di sottile malinconia, ma anche di sincera speranza. Così come per Ulisse, anche per Mohamed il viaggio vero non è l’andata, ma il ritorno a casa. Egli, nel suo difficile peregrinare in una terra straniera,che nulla fa all’inizio per aiutarlo, conosce poco a poco un nuovo mondo: quello che nei suoi sogni avrebbe dovuto dargli la possibilità di salvare se stesso e la propria famiglia. Incontra persone che infine lo accettano per quel che è e soprattutto Io rispettano. Ecco che allora diventa difficile tornare indietro, contro ogni previsione, e lasciare la città che l’ha adottato. Così, forse, alla fine del viaggio la vera metafora è quella d’aver affastellato nell’anima molti bei ricordi: una delle poche cose che può dare la misura d’aver vissuto pienamente la propria vita.

Membro di giuria
STEFANO PERESSINI

Come in un film che non aveva mai visto, Mohamed era giunto in città tra le folate di un vento gelido che spazzava il paese e i primi cristalli di ghiaccio in caduta libera intenti a illuminare il cielo, diventando traslucidi mentre incrociavano il riverbero chiaro della luna.
Davanti ai fiocchi della prima neve non poté non stupirsi. Era la prima volta che assisteva a una tale meraviglia della natura, e quella danza bianca che pareva scandire il suo arrivo assumeva maggiore interesse anche in virtù del dolce gusto che possedeva. L’uomo che veniva da lontano cercò infatti di stringere nel palmo qualche soffio lucente per assaggiarlo, e appena lo ebbe sul palato si sciolse in un retrogusto fresco che lo portò a sorridere. Mohamed pensò allora che nessuno gli aveva mai fatto un regalo simile il giorno del suo compleanno, e con quell’inizio forse il nuovo paese nel quale aveva cercato qualcosa di bello intendeva porgergli il proprio magico benvenuto.