La lastra di ghiaccio di Rainero Pietro



Profilo Critico

Sun Sun Kwang dipinge con le lamine dei suoi pattini freddi svolazzi sul
ghiaccio, sotto lo sguardo del suo anziano maestro di arte Kim Ho Yang,
che lo osserva – non visto – nelle albe gelide del suo ultimo inverno,
rapito dalla sua determinazione e dalla sua grazia.
Ogni mattina, inseguendo il sogno di entrare a far parte della squadra
olimpica, il giovane atleta tesse la sua fragile, effimera tela.
Metafora dello sforzo artistico e della caducità della vita, “La lastra di
ghiaccio” è un breve, delicato componimento sulla bellezza e sull’arte.
Dotato della grazia degli haiku nipponici, il racconto – a tratti – si fa
poesia e la trama si dipana in versi ermetici, che risuonano
nell’atmosfera irreale ed algida del lago, immobile come le piroette di
Sun Sun.
Il vecchio Kim Ho Yang non ha perso la meraviglia dinanzi alla
bellezza: egli sa cogliere il prodigio nei gesti e nell’impegno del suo
allievo, nello spettacolo irripetibile dei suoi esercizi quotidiani, “opera
d’arte” destinata all’oblio e a mai più ripetersi uguale.
“Ma una cosa bella non è meno bella, anche se non dura in eterno”.

Massa, 5 maggio 2019
Membro di Giuria
Dott.ssa ELENA LIBONE