Le ombre del silenzio di Fragomeni Emilia



Profilo Critico

“LE OMBRE DEL SILENZIO”
Poetessa affermata, Emilia Fragomeni torna in questo testo a temi a lei cari, come il tempo, la memoria, il silenzio. La poesia, è un dialogo – così mi piace immaginare – tra il Sé dell’Autrice e la costa calabra, e ciò è svelato da quel “soffio luminoso di una voce, / sepolto nell’oblio della mia terra”, poi lasciata per quella ligure. Così la protagonista, fidandosi alla memoria, “torna ancora” a quello che poteva essere e non è stato: “noi avevamo tutto un giorno / da godere, ma lo sciupammo / a contemplare l’ora”, a seguire il ritmo del tempo: “Ed è… già sera!”. La vita appartiene al passato e “diventa goccia che evapora, / nel palpito del sole, in sale amaro”. La memoria “raccoglie / ancora frammenti di emozioni”, “avanzi di attimi vissuti”; ma questa operazione è limitata e limitante, e ciò che resta è “la rappresaglia / del silenzio”, delle sue ombre. Il silenzio che da un lato sgomenta e dall’altro fa nascere a parola. La poesia è ben sorretta nell’aspetto linguistico e procede in un concatenarsi d’immagini e di emozioni che riescono a dare unità ai quaranta versi, presentati con uno schema metrico che va dal trisillabo all’endecasillabo.
Membro di giuria
Prof. FRANCO PEZZICA

Sono tornata ancora,
nella brezza del rimpianto,
per parlarti dell’ansia
dei miei giorni, che il tempo
ha ricolmato dei tuoi silenzi.

Vienimi accanto e accogli
la freschezza che il vento,
dolce, m’insemina negli occhi.

Ancora canta l’anima che non sa
piegarsi al tempo. Ancora spera.
Vorrebbe dirti tutta la sua attesa
e il suo sostare dietro a una porta
chiusa da chiavistelli forgiati
nel mistero.

Noi avevamo tutto un giorno
da godere, ma lo sciupammo
a contemplare l’ora.
Ed è … già sera!

Ciò che fu vita ormai discende
muta negli ambigui recessi
del passato.
Diventa goccia che evapora,
nel palpito del sole, in sale amaro.

Ma la memoria raccoglie
ancora frammenti di emozioni
che fluiscono lente in acque
scure e dense.
Procedono le ombre nell’oscurità
del silenzio.
Vanno verso diafane apparenze,
ignari avanzi di attimi vissuti,
scarne tracce del naufragio
degli anni.

Si smarrisce dentro transiti ignoti
la mia anima. Si fa pallida attesa
del soffio luminoso di una voce,
sepolta nell’oblio della mia terra.

Resta solo … la rappresaglia
del silenzio, che arrossa deserti
di gelo.