Ma prima o poi ci andremo (dici) di Rosato Giuseppe
Profilo Critico
L’autore, in questa sua opera, contempla nell’incantata malinconia delle stagioni autunnali e invernali, il percorso della vita che si dipana come in un film, al buio, in silenzio verso l’oscurità impenetrabile, impervia, immensa. Ma la neve “sognata” con il suo velo bianco “protegge la visione, la fa salva / come in un reliquiario per la buia / luce dei cieli dell’estate.” Nei suoi versi si alternano visioni di luce e di ombre attraverso uno stile personalissimo che induce a riflettere sull’esistenza umana.
Presidente di Giuria
Dott.ssa SILVANA ARATA
Ma prima o poi ci andremo (dici)
a trovare la neve, l’amata
tua neve che non è più venuta
qui a fartisi vedere. Sarà un fiordo
sopra un mare di ghiaccio o la compatta
superficie di un lago e alle sue prode
il gran mare di bianco. Ci andremo
prima o poi (mi ripeti) tanto qui
che abbiamo più da fare?
Ti assecondo
fingendo un sì col capo e penso a Dante,
a questa tanto picciola vigilia
de’ nostri sensi che dal rimanente
non può attendersi altro dopo il vano
rendiconto del già viaggiato viaggio
se non la sosta, il gesto di saluto
a chi è ancora per strada ed il commiato
da ogni cosa di movimento, il turbinare
della neve l’accorrere dei cumuli
e l’immane fatica di pensarli.