Natalia di Ravaglia Dina



Profilo Critico


Una soggettiva che lega tre storie, anzi quattro. Forse cinque. Cruda e diretta, come in un film di Catherine Hardwicke. E flussi di coscienza, discorso libero, sticomitie serrate, minitussimae sententiae che spezzano la sintassi e scandiscono il tempo asciutto di una realtà frammentata, familiare quanto sociale. La parola è scarna, tanto quanto le vite che si intersecano, tra città e periferia; o le non vite che aleggiano, tra finzione e realtà. E il lettore rimane proprio nel mezzo: come Natalia tra madre e padre, il suo fantasma tra cielo e terra, il narratore con un “abbozzo di sorriso” tra stomaco e labbra.


Massa, 10 maggio 2015
Membro di giuria


Prof. GENNARO DI LEO