Rinascere ogni giorno di Benatti Roberto



Profilo Critico

“Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri”. Questo aforisma di Alda Merini chiarisce bene il forte e significativo simbolismo del morire-rinascere: è la condizione psicologica di chi, dopo aver veduto e aver sentito nell’arco della giornata che si ripete, si nasconde nei suoi “scomposti stracci” pieni di “nuovi dolori” (insicurezze, solitudine et- cetera), ma non rinuncia all’amore di sé e tende, prima, “l’orecchio oltre l’uscio dei sensi/per ascoltare i vocalizzi dell’istinto” (da intendersi come impulso naturale ad essere), poi, con “lo sguardo coglie l’attimo”. Esso è un’onda, un “volo a raso”, un sorgere reale dell’anima che “vede, soffre e non chiede/ma insiste nel fiorire, anche d’autunno”. Rinascere, per non soccombere nella morte del qua e del fuori, è coraggio e insieme amore per l’essere che si è dentro. Nei ventun versi, tre strofe di sette versi ciascuna, si segnalano strumenti formali e lessicali di sicura riuscita, indirizzati alla creazione di un quadro di organica composizione, anche nella tematica affrontata.
Massa, 10 maggio 2015
Membro di giuria
Prof. FRANCO PEZZICA

Raccolgo scomposti i miei stracci
ai piedi del letto
e li riempio dei nuovi dolori
entro cui mi nascondo.
Indosso le mie insicurezza
con la realtà più fredda dell’acqua
che si forma quando congela.

Mi vesto e mi ricopro
venerando gli spigoli di ogni cucitura.
Ne leggo i tratti incisi sul tessuto:
versi scritti nella solitudine dei miei desideri.
Tendo l’orecchio oltre l’uscio dei sensi
per ascoltare i vocalizzi dell’istinto,
la povertà perfetta dell’essenziale.

Lo sguardo coglie l’attimo
e lo descrive come un’onda dentro di me
un volo a raso sulle orme dei pensieri,
sul punto in cui l’anima sorge,
e si fa reale,
che vede, soffre e non chiede,
ma insiste nel fiorire anche d’autunno.