Storie Streghe Stagioni di Venturi Egizia



Profilo Critico

Ma dalla parte del molo di levante, in un’isolata fossa d’acqua, sbatte, solo e già stanco, un pesciolino d’argento.
Sente il richiamo del mare, ma alla pozza prigioniera, che si scalda al sole di un agosto immobile, del mare arriva solo la voce.
Calìa fissa quel piccolo dramma in attesa che si compia. La sua larga bocca aperta al riso velenoso si ferma per un istante all’arrivo di un cucciolo d’uomo con secchio e paletta. Lo individua come un alleato, incosciente quanto basta, crudele per natura, indifferente ad ogni sofferenza che non sia la propria.
Il piccolo si ferma accanto alla pozza, incuriosito ed attento.
Pensa.
Càntar Calìa aspetta.
Il pesciolino è immobile, forse dorme. Il piccolo si china per vederlo meglio. Sì, dorme, ma ogni tanto muove la coda, come se sognasse. “Che cosa sogni?” chiede il piccolo. Alza gli occhi e vede il mare.
Allora, chissà perché, con la sua manina comincia a tracciare un varco che dalla pozza si dirige verso il mare. È bello quel gioco, vuole fare una pista d’acqua.
Il mare gli viene incontro.
Con uno sforzo anomalo, in una giornata come quella, un’onda si arrampica lungo la traccia verso la pozza ormai calda come un brodo; accarezza la sua creatura d’argento fino a svegliarla, e piano piano, per non farle male, l’accoglie dolcemente dentro di sé.