A Franz Kafka, sotto il cielo di Praga di Capanna Daria
Profilo Critico
Daria Capanna svolge brillantemente un dialogo poetico ambientato “sotto il cielo di Praga” con Kafka e le sue memorie. Lo stile è brillante e scorrevole. la forma è composta e misurata. C’è un mistero velato che avvolge come un manto questa poesia dell’autrice. Molto di quello che sta scritto rimanda ad altro, più precisamente ad un “altrove”, luogo simbolico nel quale la poetessa decide di collocare il suo “pezzo di carta sotto un sasso”, forse proprio alla memoria di un Kafka “redivivus” dei tempi futuri.
Prof. Riccardo Roni
Si poco avvezza a così tanti passi
ti bacio ora sotto il magico ponte
che porta il tuo nome.
E poi ti tocco sulla Moldava
che protegge i nostri respiri
nuovi, vivi, veri.
Attraversiamo il vecchio cimitero;
poi vedo Franz in sella a un cappotto
e dico: “che mai può sapere di un amore
che sferraglia sulle rotaie
tra scintille che bruciano
e numeri che non somo mai gli stessi!
Che mai può vedere in una stanza d’albergo
se non due corpi buttati là
a bere l’uno l’acqua dell’altro!
Che mai può capire di me
che guardo persa indietro e avanti
senza sapere dov’è il mio posto!”.
Oh Franz,
anche se non vedi
lascio a te e al rabbino Low
un pezzo di carta sotto a un sasso.
Ricorda le mie parole e il tocco della mia mano
su quel che resta di te.
Ricorda il mio silenzio
e i nostri passi sotto questo sole.
Mi basta questo.