Altri cieli di Di Dio Morgano Maricla
Profilo Critico
Onde arruffate l’una sull’altra, pensieri
di limoni e menta su impronte guizzanti oltre il vetro
Fari come lucciole nel polso frenetico
del tempo, su e giù, per il ventre di cieli
rari e stinti.
Questa città
col sapore di vita senza capo né coda
Altri sapori, altri cieli
accompagnavano viottoli tra lava, muri d’erbe
e mare e cicale nel muschio del ricordo
e un canto uguale, lungo quanto il viottolo,
scorrendo tra montagna e riva
Case buttate lì, giusto
per chiudere una porta
L’impronta scavata di un cuscino
l’agro odore del seme tra lenzuola sfatte
Un tetto copriva le necessità delle cose
Sentinella, dove slargava il mare mai chiuso
al silenzio, al sonno
E l’uomo d’acqua e campi
aveva in bocca il sale del mare e della terra
e una canzone di stelle e di sirene da cantare
ubriaco nel rosso midollo della sera
nell’odore di neve
nella castagna calda e vino
nel respiro del gelo e poi
E poi
ad aspettare il sole.