Ode per una ragazza che era amica di Majakovkij e considerava la vita unica meraviglia del creato di Tarabbia Carlo



Profilo Critico


Come foglie che cadono, foglie d’oro, che, turbando la linea immobile dello stagno lo animano di luci nuove, così il sentimento assoluto per la vita, meraviglia del creato, si arricchisce di profonda spiritualità e dona energia vitale e rende capaci di apprezzare “il gusto del rischio” per raggiungere la meta. Con questa immagine suggestiva che fonde l’incanto della natura alla “sacra primitività” degli ideali, il poeta inizia a descrivere l’amica, protagonista della lirica.

Con parole evocatrici di luce e bellezza, oro…scintillio…meraviglia…sfavillanti…, l’autore esalta il trionfo degli ideali per i quali è bello vivere e anche morire dopo aver combattuto per questi fino al sacrificio di se stessi.

Ma se l’uomo muore, se chi rimane non è capace o non vuole realizzare un progetto di bene e di fratellanza, non per questo l’ideale è destinato a tramontare e ad infrangersi in “una brezza triste”. Infatti, se è vero che “…la morte non è alla fine” perché essa “è dentro ogni cosa”, tale assunto non vale per lo spirito dei puri che sempre hanno fatto la Storia con la grandezza del loro pensiero e della loro audacia, illusione di perfezione e di giustizia, perché “ messaggi di perfezione…colti dall’infinito, non muoiono mai”.

Massa, 10 maggio 2015                    Membro di giuria

          Prof.ssa ELENA BOLOGNA

Amica mia, amica di Majakovskij
come scordare le foglie d’oro che turbinando
sono andate a cadere nello stagno
dando scintillio all’immobile filo delle acque.

Una brezza triste infrange una voce lontana
e ci riporta la disposizione felice della tua
immaginazione, il prevalere dell’audacia sulla nuda
essenza, il gusto del rischio, la sua bocca.

Ma avevi abbandonato il tuo ideale,
la vita era per te unica meraviglia del creato,
stupore per le cose sfavillanti,
presentimento di bellezza.

Escono le parole dalle labbra del maestro
e cercano di strappare gioia ai giorni.
Il torrente si è ormai separato dal sogno
dipingendo ai margini la creazione.

L’alba agiterà la candela
e l’amaro delle lacrime si spegnerà
nel bosco di betulle a scrutare il tuo volto
che muove verso casa nell’immensità.

La sacra primitività è tutta qui
in un silenzio che è costruzione divina
e ci ricorda che la morte non è alla fine,
la morte è dentro ogni cosa.

Messagio di perfezione colti dalla terra
da una persona, dall’infinito non muoiono mai.
L’angelo dei sorrisi spalancherà la porta
sull’adorato fiore.